Ottemperando a quanto richiesto dal D.Lgs. 187/2000, il quale nell’art. 12 affida alle regioni il compito di effettuare e comunicare con cadenza quinquennale la valutazione delle dosi alla popolazione regionale, la Toscana ha promosso per la seconda volta la valutazione della dose alla popolazione riferita all’anno 2011. Questo progetto, denominato “Valutazione della dose alla popolazione toscana da esposizioni mediche” finanziato dalla Regione Toscana e coordinato dalla Commissione Regionale per la Prevenzione dei Rischi da Radiazioni Ionizzanti, è stato svolto da tre fisici medici selezionati tra i frequentatori delle due Scuole di Specializzazione in Fisica Medica toscane (Pisa e Firenze): la Dr.ssa Chiara Sottocornola, il Dr. Stefano Ferretti e la Dr.ssa Maria Tripodi.
Il progetto si è avvalso di tecnologie come i sistemi RIS-PACS e i software di valutazione della dose che, quando venne realizzato lo studio originario, erano scarsamente diffuse o allo stato embrionale. Ciò ha consentito di migliorare la qualità del dato dosimetrico complessivo e al tempo stesso di dare una stima più accurata dell’incertezza associata alla valutazione dell’impatto radiologico, che è un requisito imprescindibile di ogni studio che ambisca ad avere dignità scientifica.

Per la realizzazione del progetto, i tre fisici hanno studiato il problema, elaborato la metodologia di valutazione e calcolato una serie di dati rappresentativi dell’esposizione alle radiazioni ionizzanti di origine medica di coloro che risiedono in Toscana. Questo è stato possibile grazie alla collaborazione di radiologi, medici nucleari, fisici sanitari e tecnici sanitari di radiologia medica delle strutture sanitarie toscane, nonché del settore Prevenzione e Sicurezza in Ambienti di Vita e di Lavoro, Alimenti e Veterinaria della Regione Toscana (sotto la cui responsabilità ricade la Commissione Regionale per la Prevenzione dei Rischi da Radiazioni Ionizzanti), che ha messo a disposizione le statistiche circa gli esami diagnostici svolti sia in ambito regionale che extra-regionale sui cittadini della nostra regione.
Lo studio ha valutato la quantità di radiazioni dovute alle 150 tipologie di esame (su 230) responsabili del 98% dell’esposizione totale. Gli esami presi in considerazione riguardano la radiodiagnostica (tomografia computerizzata, radiologia tradizionale, radiologia interventistica e mammografia) e la medicina nucleare diagnostica.

L’esposizione media è risultata pari a 1,7 milliSievert di dose efficace pro-capite, con un lieve trend di crescita rispetto alla precedente indagine relativa al 2006 (1,5 milliSievert), ma in sostanziale accordo con i dati di altre regioni e con i dati europei. La mole di dati ha consentito anche di individuare le pratiche che danno il maggior contributo alla dose collettiva e alla dose media per esame: queste sono rispettivamente la tomografia computerizzata (77% della dose collettiva totale) e la radiologia interventistica.

Nel primo caso si è assistito a un ulteriore incremento della numerosità degli esami, che pone il problema dell’appropriatezza di questo tipo di indagini diagnostiche. Tale incremento non è stato del tutto bilanciato dall’innovazione tecnologica e questo richiede una capillare azione di formazione del personale sanitario soprattutto per quanto riguarda l’utilizzo di protocolli diagnostici standardizzati e degli strumenti di riduzione della dose.
Nel caso della radiologia interventistica, il cui carattere fortemente paziente-dipendente è ineliminabile, occorre agire soprattutto sul versante dell’ottimizzazione, facendo leva sul fatto che – più di ogni altra pratica diagnostica – ridurre la dose al paziente equivale a ridurre la dose agli operatori.

L’ormai incombente recepimento della Direttiva 2013/59/Euratom porrà un’ulteriore sfida a tutti coloro che, in ambito sanitario, sono impegnati a quantificare il rischio da esposizioni mediche. In particolare, il referto di ogni esame di radiologia diagnostica e medicina nucleare dovrà essere accompagnato da un indice che consenta di risalire alla dose assorbita dal paziente. Mentre da una parte i requisiti di appropriatezza e di ottimizzazione si faranno ancora più pressanti, dall’altra la capillarità del dato dosimetrico sarà fortemente incrementata e non sarà sbagliato ipotizzare che in un futuro prossimo indagini come quella presentata potranno essere automatizzate in modo da rendere immediatamente individuabili situazioni che si discostano dalla buona pratica e quindi in definitiva di diminuire l’impatto radiologico delle esposizioni mediche.

In conclusione appare chiaro come, senza voler mettere in discussione le procedure diagnostiche in cui vengono impiegate radiazioni ionizzanti, l’utilizzo delle quali ha prodotto e produce nella comunità un beneficio di gran lunga superiore al rischio ad esse connesso, una valutazione periodica della dose alla popolazione appare sicuramente utile, se non necessaria, all’implementazione di politiche rivolte ad una sempre migliore giustificazione ed ottimizzazione delle procedure al fine di tutelare sempre meglio i cittadini della nostra regione.

I risultati dell’indagine saranno presentati mercoledì 15 marzo durante un incontro che si terrà a Firenze (clicca qui) e verranno poi pubblicati in un e-book che la Regione Toscana metterà gratuitamente a disposizione di chiunque voglia avvalersene.